Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato un decreto legge volto a sopprimere l’istituto del lavoro accessorio (c.d. voucher) e a modificare la disciplina sulla responsabilità solidale in materia di appalti. In relazione al lavoro accessorio, si prevede un regime transitorio per consentire l’utilizzo, fino al 31 dicembre 2017, dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio già richiesti alla data di entrata in vigore del decreto legge. Con riferimento alla disciplina in materia di appalti di opere e servizi, il provvedimento mira a ripristinare integralmente la responsabilità solidale del committente con l’appaltatore nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per garantire una miglior tutela in favore dei lavoratori impiegati.
Nel corso di una conferenza stampa il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha spiegato che “il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che abroga le norme sui voucher e sugli appalti oggetti di un referendum convocati il prossimo 28 maggio. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che l’Italia non aveva certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi. E nella consapevolezza che questa decisione è coerente con l’orientamento maturato nelle ultime settimane in parlamento”.
“Dividere nei prossimi due-tre mesi il paese tra chi magari strumentalmente demonizza lo strumento, e chi riconoscendone i limiti e avendo la chiara intenzione di riformarlo, sarebbe stato costretto a difenderlo, sarebbe stato un grave errore per l’Italia. La nostra decisione azzera e in un certo senso apre una fase nuova”.
“I voucher erano una risposta sbagliata, o che con il tempo si era dimostrata sbagliata, a un’esigenza giusta. I voucher erano uno strumento che con il tempo si era deteriorato. I voucher erano una risposta sbagliata, o che con il tempo si era dimostrata sbagliata, a un’esigenza giusta. I voucher erano uno strumento che con il tempo si era deteriorato”.
L’abolizione del voucher sarà applicata “naturalmente anche con le cautele necessarie a evitare che ci possano essere contraccolpi negativi, per cui il decreto prevede una fase transitoria nella quale è possibile utilizzare i voucher. Potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre quelli già acquistati”.
Il ministro, Giuliano Poletti, a proposito del tavolo a cui sarà demandata la riflessione sulla riforma dell’ambito prima normato dai voucher, ha annunciato di avere “già un dialogo aperto con le organizzazioni sindacali e con quelle datoriali. Abbiamo un
tavolo di confronto sotto il titolo ‘Come cambia il lavoro’. Dentro questa riflessione inseriamo una puntuale analisi e un ipotesi di intervento sul lavoro occasionale”.
“I voucher già acquistati possono essere usati fino al prossimo 31 dicembre”, ha poi spiegato Poletti che copmunque ha tenuto a sottolioneare che “Non è previsto un cambio di passo nelle politiche del governo sul lavoro perché il voucher non era materia del jobs act, affrontiamo un tema che doveva essere affrontato”. Quanto al pericolo di un aumento del lavoro nero, Poletti dice che “Il rischio esiste, perche’ dal momento che uno strumento che era stato studiato per “far emergere il lavoro nero sarà indisponibile, il rischio esiste. Ma sappiamo che il lavoro nero è vietato, ed è doverosamente immaginabile che i rapporti di lavoro vengano regolati secondo la legge”, risponde il ministro del lavoro Giuliano Poletti in conferenza stampa.
Rispetto invece alla norma che reintroduce la responsabilita’ solidale negli appalti ricalca “sostanzialmente gli elementi presenti nel quesito referendario. E’ stato colto l’impianto”. Insomma “Non si introduce una cosa radicalmente innovativa. La si riporta alla sua origine”, ha spiegato Poletti.
I voucher hanno fatto la loro comparsa nella legislazione italiana nel 2003 con la riforma Biagi. I buoni lavoro potranno essere utilizzati per il pagamento delle prestazioni occasionali di tipo accessorio. All’epoca il ministro del Lavoro era Roberto Maroni (secondo governo Berlusconi). Nel 2008, con il secondo governo Prodi (ministro Cesare Damiano), c’è la prima applicazione limitata all’agricoltura. I buoni lavoro entrano pienamente in vigore nello stesso anno con il ministro Maurizio Sacconi (quarto governo Berlusconi). Nel 2012, con il governo Monti (ministro Elsa Fornero), i voucher vengono estesi a tutti i settori. Il limite massimo è di 5.000 euro l’anno per il singolo lavoratore e un massimo di 2.000 euro percepiti da un singolo datore di lavoro. Da questo momento si assiste al boom di questo strumento.Nel 2013 (governo Letta, ministro Enrico Giovannini) viene cancellato il requisito secondo il quale le mansioni pagate con i voucher devono essere di natura meramente occasionale. Nel 2015 (governo Renzi, ministro Giuliano Poletti) il Jobs act introduce tre cambiamenti e le prime due strette: estensione del massimale annuale pagabile con i buoni lavoro a 7.000 euro, ma resta il limite di 2.000 euro per il singolo datore di lavoro; divieto di utilizzo negli appalti; nella previsione dell’obbligo da parte del datore di lavoro si deve dichiarare in anticipo (almeno 60 minuti prima dall’inizio) non solo chi sia il lavoratore interessato, ma anche il luogo, il giorno e l’ora di inizio e di fine della prestazione.Il 23 settembre 2016 viene infine introdotta la tracciabilità con un decreto attuativo del Jobs act (governo Renzi, ministro Giuliano Poletti). Inizia a frenare la corsa all’utilizzo dei buoni lavoro. Il 19 dicembre è annunciata la possibilità di ridefinire il confine dell’uso dei voucher. Nel frattempo, Paolo Gentiloni è diventato presidente del consiglio, mentre il ministro è sempre Poletti.
Per molti l’abolizione dei voucher potrebbe comportare un’esplosione del lavoro nero, ma seconso la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, presentando in regione a Trieste il ddl “AttivaGiovani” finalizzato a sostenere l’occupabilita’ degli under 30 e le assunzioni con contratto di lavoro subordinato dai prestatori di lavoro accessorio, “In realta’ le forme contrattuali con cui avere un rapporto di lavoro sono tante e il voucher e’ solamente una di queste. Io credo che il sommerso si possa superare se rendiamo semplici le assunzioni e rendiamo semplici il pagamento delle retribuzioni. Penso ad esempio – ha aggiunto Serracchiani – al settore del lavoro domestico. Lì credo che servano degli strumenti assolutamente ad hoc come e’ stato fatto anche in passato in modo da far emergere queste situazioni di sommerso. Le organizzazioni sindacali hanno calcolato che ci sono 46 forme contrattuali diverse per esser assunti. Un unicum anche su questo”.
Piuttisto categorico il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “Prima si sbrigano a mettere fine a quell’abuso dei voucher meglio è”. ed è senza dubbio preferibile “tornare alla forma originaria dell’articolo 18 – ha spiegato Emiliano – Senza il sindacato è impossibile governare”.
Critico sull’esperiuenza voucher anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che rispondendo ai giornalisti a margine di una conferenza stampa afferma che “Il lavoro che si compra dal tabacchino è un fatto solo italiano: un pacchetto di Ms come 3 ore di lavoro. In Europa non c’e’. Chi sostiene che i voucher sono un freno al lavoro nero sono gli stessi che poi dicono che i voucher riguardano solo lo 0,3% del mercato del lavoro. Se è così bisogna essere conseguenti, vuol dire che non sono serviti neppure a combattere il lavoro nero, che sappiamo che ce n’è tanto. Quando uno strumento non funziona, chi è razionale lo toglie e cerca di sostituirlo con qualcos’altro- sostiene-. Sono contrario al fatto che Prodi difenda in parte i voucher, devono essere tolti poiche’ non hanno funzionato neanche come lotta al lavoro nero”. in ogni caso, Rossi precisa che , “il governo deve confrontarsi con i sindacati per trovare altri modi per dare risposta alle esigenze di lavoro, di quel lavoro suppletivo di cui le aziende possono avere bisogno, o anche di quel lavoro di cui possono avere bisogno certe famiglie”. Secondo il Presidente della Toscana, “è possibile trovare queste risposte. Vediamo il governo cosa farà su questo – prosegue-. È interessante per adesso il fatto che fino a poco tempo fa si pensasse a difendere tutto, e che invece adesso la paura del referendum ha prodotto subito un bel cambiamento”. Forse, chiosa, “anche il fatto che si sia costituita questa nuova forza a sinistra, ha messo in moto delle dinamiche all’interno del Parlamento”. Allegato il testo del provvedimento